sabato 1 maggio 2010

1' MAGGIO FESTA DEL LAVORO O FESTA DEL DISSUCCUPATO ?


"Non mortificare lavoro" Richiamo di Napolitano
Capo Stato celebra al Quirinale Festa del Lavoro
01 maggio, 16:31
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Primo maggio, Napolitano: non mortificare il lavoro
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Il mondo e il valore del lavoro recentemente hanno conosciuto nel nostro Paese "ingiuste mortificazioni, in tempi recenti", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano celebrando al Quirinale la Festa del Lavoro e ricordando che "l'articolo 1 della nostra Costituzione pone il lavoro a fondamento della Repubblica e non si tratta di un residuato post-bellico di singolare marca italiana. Quel valore - ha aggiunto - è la chiave dell'economica sociale di mercato cui la più recente e attuale Carta di principi e di indirizzi dell'Unione Europea, il Trattato di Lisbona, ancora il progetto dell'Europa unita".

"I fenomeni di sfruttamento schiavistico del lavoro degli immigrati, di ostentata e violenta illegalità a fini di manipolazioni per il mercato del lavoro sono intollerabili in un Paese civile, nell'Italia democratica, e vanno stroncati con ogni energia", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riferendosi, in particolare, ai fatti di Rosarno aggiungendo che nulla "può giustificare violazioni evidenti delle leggi e dei diritti dei lavoratori, neppure la più critica delle congiunture economiche".

"Non ci può essere nessun allentamento dell'impegno più severo necessario a garantire la sicurezza e la vita sul lavoro", ha detto Giorgio Napolitano celebrando al Quirinale il Primo Maggio con un pensiero a quanti hanno perso la vita per le rischiose e umilianti condizioni in cui prestavano la loro opera. Il presidente della Repubblica lo ha fatto conferendo medaglie alla memoria ad alcuni lavoratori morti nei recenti infortuni che hanno commosso tutta l'Italia. Lo ha fatto ricordando la storia di Marta Lunghi di Ottobiano (Pavia), di 22 anni, morta dopo un grave infortunio nell'azienda in cui lavorava in nero per cinque euro l'ora. "Credo che abbiamo noi tutti avvertito un senso di profondo sgomento e di ribellione morale ascoltando qualche settimana fa in televisione la sua storia", ha detto Napolitano ricordando che Marta era diplomata al liceo linguistico, dedicava il tempo libero alla biblioteca comunale, non era riuscita a trovare un'occupazione più qualificata e "era stata obbligata a ripiegare su un lavoro frustrante e miseramente pagato nell'economia sommersa, con la privazione del diritto alla sicurezza. Quanti giovani sono vittime di questo insieme di condizioni di minorità?". Occorre perciò, ha concluso il capo dello Stato, "anche un rinnovato impegno per contrastare in tempi di crisi l'estensione dell'economia sommersa, con tutto il suo corredo di illegalità e di effetti perversi e per disboscarla sistematicamente ed energicamente".

"Occorre un rinnovato impegno per contrastare in tempi di crisi l'estensione dell'economia sommersa, con tutto il suo corredo di illegalità e di effetti perversi e per disboscarla sistematicamente ed energicamente", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale sottolineando che ciò "é necessario anche per garantire la sicurezza e la vita sul lavoro".

Call center è divenuto emblema e quasi sinonimo di lavoro precario e di unico possibile ripiego e il presidente della Repubblica ne parla in occasione della Festa del lavoro e si rivolge a "chi non riesce a veder valorizzato il proprio talento e i propri titoli di studio". "Ho sempre in mente - confessa Napolitano - le condizioni e le ansie di questi lavoratori. Sono vicino a loro, penso a loro quando, nell'ambito del mio ruolo che non è di governo, mi esprimo sui temi della politica economica e sociale".

"Occorre valorizzare il lavoro liberarne le potenzialità e riconoscerne i diritti. A questo debbono rivolgersi le politiche economiche e sociali e le tendenze dello sviluppo nel nostro Paese". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano celebrando al Quirinale la Festa del Lavoro alla presenza del ministro Maurizio Sacconi e di centinaia di ospiti in rappresentanza di sindacati e categorie professionali. "Queste politiche - ha sostenuto Napolitano - sono necessarie per superare problemi che ci trasciniamo da decenni e che hanno limitato l'effettivo godimento del diritto al lavoro da parte di tutti i cittadini". "Non ci siamo infatti mai liberati - ha aggiunto - da tassi di disoccupazione e di inattività che hanno attraversato molti alti e bassi ma sono rimasti spesso e a lungo elevati. Perciò oggi ci tocca fare i conti con limiti e impedimenti ereditati dal passato, con distorsioni e contraddizioni del passato e del presente, e in questo momento anche con difficoltà nuove che emergono da nuovi contesti non solo nazionali". "In sostanza possiamo dire - ha precisato - che il tema fondamentale al quale si legano le prospettive dell'occupazione e della qualità del lavoro in Italia, è quello della crescita e delle sue incognite". E comunque, ha detto Napolitano, "non bisogna dimenticare il senso della festa che ricorre oggi, il senso originario che non si deve perdere: di occasione gioiosa, di espressione di coscienza di sé da parte del mondo del lavoro ed anche della conquistata libertà di riunirsi e di festeggiare le conquiste sociali". "Perciò - ha concluso il Capo dello Stato - rivolgo il più caloroso augurio ai lavoratori di ogni parte d'Italia, di ogni età, condizione e categoria. Il Primo Maggio é la loro festa".

NAPOLITANO, PROMULGHERO' DOVEROSAMENTE DDL LAVORO - Giorgio Napolitano ha annunciato al Quirinale che promulgherà il ddl sul lavoro in materia di arbitrato nella nuova versione approvata delle Camere "come la Costituzione tassativamente prescrive, anche se qualcuno mostra di ignorarlo". Il capo dello Stato ha ricordato che ha rinviato il provvedimento alle Camere con messaggio motivato e adesso attende la conclusione del riesame parlamentare in corso. "Apprezzerò vivamente ogni riscontro positivo alle osservazioni da me formula - ha detto - ma astenendomi doverosamente da ogni commento e giudizio".

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